Una donna di parola che scrive di una Donna della Parola

Presentazione del libro di Antonella Fimiani a Bologna il 2 Novembre- Libreria delle Donne

Antonella Fimiani ed Etty Hillesum  si conoscono in una stagione di rinascenza femminile, quando solo una donna di parola puó comprendere una donna  della parola.

Accade cosi, nei rapporti simpatetici del mondo, ci si annusa tra odori di reminiscenza originaria, si accarezzano i reciproci giardini segreti, quelli dalle nicchie inconfessate e le storie innaffiate tra lacrime e rugiada. Donne e parole che stringono sodalizi, come solo la pancia accogliente che é generatrice di eventi, sa compiere in una eccedenza di eternitá della specie :  figli e storie, abusati ed abortiti, rilanciati come nel gioco dei dadi, sono i prodotti di una generazione femminile destinata a perpetuarsi nel gioco dialettico delle testimonianze, quelle dei padri, degli orchi e degli orrori.

Senza la penna che é  donna, e senza la parola che é pancia di donna lievitata a creare ricordi e traumi, non avremmo la grazia di un Diario scritto per trovare il modo e non un modo solo, di dire Olocausto.

E mentre brucia tutto intorno, e foreste umane sono divelte per mano dell’inossidabile ottuso, nel notturno che non é preludio ma solo domanda su Dio, una donna giovane ebrea, madre e non madre, scrittrice e non scrittrice, morta e sempre piú viva a ridosso della morte, ripercorre le vie della creazione scritturale, impugnando il coraggio e lo stupore che si devono dinanzi ai residui brandelli di mondo, tutti poetici, che ella non trascrive, ma partorisce, come la donna biblica che sa procreare nella sterilitá e, forse, nel rifiuto, del suo essere materico.

I Diari di Etty Hillesum  sono intensi, incidenti e cinici, laddove la messa in parentesi dell’orrendo é la vittoria sul superfluo, su quel male di superficie che dice “non sapevo”,  é  la ripresa di un atto di coscienza tanto poco intellettuale, quanto più  materno e poetico, che affida alla parola il gesto della creazione dal nulla.

I suoi scritti sono sublimi, ma intonarsi ad essi, e scrivere di essi, contempla il doppio gesto della descrizione e della immedesimazione: uno stare dentro e fuori le parole di Etty, che Antonella Fimiani sa compiere con delicata insistenza, con la generosità di chi non teme la competizione fra le parole, stabilisce la precedenza delle sue, quelle di Etty, e le corrompe di bellezza con le proprie.

E allora leggi di entrambe, non solo di Etty, in un duetto, o coro a due voci, o una scrittura a quattro mani che si innesta su un’anima sola, anima che é di parola, leale e onesta, vera come lo é l’esistenza, e anima di parole, testimone e garante per l’eternità, dell’ ossequio che si deve alla bellezza salvifica, quella che sa essere invivibile e solitaria, come cattedrale nel deserto, come Parola in mezzo alla morte.

 

 

Valeria Francese

Autore: Valeria Francese

Valeria Francese nasce a Salerno nel 1979, ha conseguito nel 2003 la laurea in Filosofia con una tesi in Estetica sulla Poetica dello sguardo nella letteratura e nelle arti contemporanee. Nella sua città insegna filosofia negli istituti superiori. Partecipa da sempre a numerosi concorsi di narrativa, ha scritto sceneggiature per il teatro, una piccola meravigliosa esperienza cinematrografica. Nelle ultime esperienze artistiche, una collaborazione per una mostra di fotopoesia, dove la luce e il verso hanno trovato la loro, splendida ed epifanica, parola comune. Da allora, la poesia é diventata la sua Casa Madre. Qualche volta ottiene seri riconoscimenti, menzioni e leggere pubblicazioni, altre volte, come capita a tutti quelli che amano scrivere, un robusto silenzio, quanto mai evocativo di altro talento come quello della pazienza, dell'attesa e della costruzione invisibile. Correttrice di bozze e in procinto di terminare un master in editing e scrittura creativa, sta svolgendo il biennio di tirocinio per diventare giornalista pubblicista. Insomma se nella vita le fosse concesso, sarebbe Scrittura Solo.

2 pensieri riguardo “Una donna di parola che scrive di una Donna della Parola”

  1. Una recensione bellissima per la profondità e insieme la grazia delle parole. Sei bravissima Valeria.

  2. ….. come la donna biblica che sa procreare nella sterilitá e, forse, nel rifiuto, del suo essere materico….
    grazie Valeria, ho trovato nel tuo scritto la grazia di questo mio gelsomino che, nel tramonto dell’autunno, sta…. come il gelsomino di Etty…
    Paola Cavallari

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